06/09/12

On te road

Quante volte me lo sono sentito dire?
"Fallo adesso, perchè poi..."
E quanto l'ho maltollerata questa frase?
Recitata sistematicamente con quell'aria superiore e disinvolta di chi c'è già passato e pensa 'tu non ce la puoi fare!'.
Il mio Teppista ha venti mesi e in questi venti mesi abbiamo viaggiato, eccome!
Non mi sono fatta fermare dalle paure e dalle ansie, anche se talvolta giustificate e, quindi, considerate.
Non mi sono fatta fermare dal pensiero: "OhMioDioMaQuantaRobaDevoPortare/preparare/organizzare?"
Non mi sono nemmeno fatta fermare dalle espressioni vagamente inquisitorie con le quali mi è stato detto: "Ma povero bambino, ma dove lo porti???" 
Ho avuto paure, ansie, pensieri e mi sono posta domande. E ho provato a darmi delle risposte. Dove non le avevo, le ho cercate, e dove non le ho trovate... ho cambiato le domande!
E nel corso di questi mesi ho imparato che si può, eccome.
Certo, ci vogliono degli accorgimenti sacrosanti (anche se la tentazione di portarlo un paio di giorni in Amazzonia per vedere che fine farebbe fare al povero giaguaro è oltremodo allettante) ma, se si applica un pò di buon senso e di entusiasmo, si può fare.
Nel corso della mia vita ho viaggiato, tanto e con passione. E i viaggi più diversi.
Sono cresciuta insieme al cumulo di foto e cartoline che ho tenuto, ogni valigia fatta e disfatta mi ha riempito 'di lacrime e di arcobaleni' (Battiato dixit) e quelli sono stati, senza alcun dubbio, i soldi meglio investiti di tutta la mia vita.
Spero che il mio Leo un giorno possa dire lo stesso. Che continui ad essere affamato di sapere e di vita come è oggi, e che continui a spizzicare briciole di mondo. Io ho iniziato a farglielo assaggiare.

In ogni viaggio con lui ho imparato qualcosa di nuovo; ho capito quali accorgimenti usare per migliorare la sua esperienza, qualche piccolo "trucchetto", alcuni acquisti fondamentali, scovato posti eccezionali, ecc.
Ho acquisito una nuova dimensione di viaggio.
Spero riesca utile anche a qualcun altro e spero di imparare e scoprire ancora qualcosa di nuovo dal confronto con chi avrà voglia di leggere e commentare.

Annie

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Come un libro, e un viaggio a Parigi a 18 anni, possono cambiarti la vita:
"Le nostre valigie logore stavano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevano altro e più lungo cammino da percorrere. Ma non importa, la strada è vita.
Perché per me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano, come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno Oooohhh!" ("On the road" di J.Kerouac)
Il viaggio per me è stato sempre sensazione d'immenso, l'illusione di attingerre dalla vita a piene mani, di avere i cinque sensi in piena allerta. Il viaggio regala: regala ricordi, emozioni, tasselli di vita, adrenalina che ti scorre sotto pelle; regala sorprese, nascoste dietro angoli pieni di scorci, di persone, di avvenimenti improvvisi.

Il viaggio apre gli occhi e la mente, apre orizzonti di vita. Io l'ho scoperto a 18 anni, mia figlia Milly vorrei lo scoprisse molto prima, vorrei anzi che crescesse con il viaggio dentro di sè, come necessità, come gioia di vivere, come abitudine.
Mi aiuta a vedere il mondo con gli occhi di un bambino, e non c'è cosa migliore per un viaggiatore. Perchè il viaggo è fatto di piccole cose, di dettagli, e attraversarlo mano nella mano con mia figlia è la cosa più bella che io riesca ad immaginare.
Chiara

2 commenti:

  1. Anna che bella idea qsto blog ;)!!ti leggo volentieri anke se non ci sono bimbi in giro ;)!baci a tutti e 3!!

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    1. grazie mille Laura!!! beh, tu nel frattempo "studia" ;)

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